MotoGP è ora di cambiare. Le modifiche al regolamento 2009 e 2010

Stavolta si fa sul serio. Nessun inutile allarmismo, nessuna prima pagina da riempire. L’addio della Kawasaki alla classe regina è solo la punta di un iceberg che potrebbe ancora far danni. La MotoGP rischia e grosso e mai come prima Dorna, case motociclistiche, team e piloti sono pronti alla rivoluzione.

E così, lo scorso 7 gennaio, prima riunione plenaria del 2009 con dirigenti e tecnici disponibili a sedersi ad un tavolo e ad ascoltare le proposte dei presenti.



A mali estremi, estremi rimedi: il motomondiale cambierà già dalla stagione 2009, con l’obiettivo di ridurre quanto prima i costi di esercizio. Ecco cosa accadrà se le 6 proposte ritenute attuabili a breve dovessero essere accettate.

Si partirà dalle prove, libere e qualifiche, più corte. Quattro sessioni nel weekend di gara ridotte di 15 minuti scendendo così da 60 a 45. Warm-up di soli 10 minuti senza prove di partenza.

Solo nove i motori che ciascun pilota potrà utilizzare nel corso della stagione (un propulsore ogni due gare). Nessun test post gara del lunedì.

I test invernali saranno ridotti a soli 8 giorni mentre la pausa (obbligatoria) partirà dal giorno immediatamente successivo alle prove posta gara di Valencia fino al 20 gennaio dell’anno seguente.

Proposte ben più “sostanziose” per il 2010. Via un GP dal calendario passando da 18 a 17 Gran Premi a stagione. Niente muletti, una sola moto per pilota e dischi in acciaio in sostituzione degli attuali in carbonio.

Gran Premi di due giorni con la cancellazione delle prove del venerdì per la sola MotoGP. Il venerdì mattina il paddock sarà aperto al pubblico mentre nel pomeriggio gireranno Moto2 e 125 cc.

Un solo motore per tre gare con retrocessione in griglia in caso di rottura o guasto. Le case costruttrici avranno l’obbligo di vendere ai team privati le moto in leasing ad un prezzo imposto. Inoltre ogni prototipo dovrà essere schierato per almeno due anni prima del “pensionamento”.

Manovre efficaci o semplici palliativi contro lo spettro del fallimento?. Ai posteri…

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