00 16/11/2008 12:00
Il leone (Panthera leo) è un carnivoro della famiglia dei Felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei quattro grandi felini del genere Panthera. Il suo areale, esteso in tempi storici a gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, e in tempi preistorici anche all'America del Nord, è oggi ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale e il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile secondo la IUCN.



Il leone è uno dei Felidi più imponenti. Il maschio può pesare dai 180 ai 250 kg, mentre il peso delle femmine varia dai 120 ai 150 kg.[1] La lunghezza del corpo varia da 170 a 250 cm nei maschi e da 140 a 175 cm nelle femmine; l'altezza media al garrese è intorno ai 120 cm per i maschi e 100 cm per le femmine. La coda ha una lunghezza compresa fra 70 e 100 cm.[2] Fatto unico per i Felidi, la coda termina con un ciuffo peloso che nasconde una punta ossea di circa 5 cm di lunghezza, la cui funzione non è nota. Oltre alla differenza di stazza, il più evidente dimorfismo sessuale è rappresentato dalla folta criniera, di cui solo i maschi sono dotati.

Il colore della sua pelliccia varia sui toni del giallo, rossiccio e ocra, più chiaro nelle parti inferiori del corpo. La criniera varia in colore dal biondo al marrone scuro; il ciuffo al termine della coda è invariabilmente nero.



La criniera dei maschi è un tratto che i leoni hanno acquisito probabilmente nelle fasi più recenti della loro evoluzione (vedi la sezione Storia), e che aveva probabilmente la funzione originaria di protezione dal freddo. In seguito, il volume della criniera divenne un fattore di selezione sessuale, cosa che contribuì a farne aumentare il volume a scapito della funzionalità: leoni con criniere particolarmente grandi, infatti, hanno talvolta problemi di termoregolazione. [3] In ogni caso, quale sia lo scopo della criniera del leone è ancora un argomento dibattuto;[4] secondo alcuni potrebbe avere (o avere svolto in passato) anche una funzione difensiva, a protezione della zona vulnerabile della gola.



In passato si credette che differenze nella morfologia della criniera potessero essere usate come tratto discriminante nella definizione di sottospecie del Panthera leo, come il leone berbero, il leone del Capo o il leone abissino[5] In seguito, venne dimostrato che il colore e le dimensioni della criniera sono influenzate da numerosi fattori ambientali, come la temperatura.[6]. In particolare, le temperature fredde di alcuni zoo europei e nordamericani contribuiscono allo sviluppo di grandi criniere.[7][8]

A parità di condizioni ambientali, la morfologia della criniera è determinata da fattori genetici, dal livello di maturità sessuale e dalla produzione di testosterone. Hanno criniere di dimensioni ridotte, per esempio, i maschi castrati o quelli appartenenti a popolazioni in cui ci sono stati numerosi accoppiamenti fra consanguinei, con conseguente impoverimento genetico.



La vita media dei leoni in natura arriva al massimo a circa 16 anni; in cattività può protrarsi per altri 10 anni circa. Tuttavia, per molte cause, pochi riescono ad arrivare a vivere così a lungo, specie i maschi senza branco.



I leoni sono carnivori; il fabbisogno giornaliero di carne si aggira sui 5 kg per le femmine adulte e i 7 kg per i maschi. Si nutrono principalmente di grandi mammiferi come antilopi, zebre, facoceri, gnu e bufali, ma all'occasione non disdegnano prede di taglia più piccola come lepri e uccelli. I leoni sono comunque in grado di apprendere nuove tecniche di caccia e acquisire una preferenza non istintiva per certi tipi di prede; per esempio, i leoni della zona del fiume Savuti (Botswana) sono specializzati nella caccia ai piccoli di elefante, e quelli che vivono presso il fiume Cuando (ancora Botswana) si nutrono soprattutto di ippopotami. In genere, l'attacco a prede di specie insolite è inizialmente giustificato dalla scarsa disponibilità di cibo, ma può in seguito consolidarsi come abitudine. In alcune occasioni, comportamenti acquisiti di questo tipo hanno trasformato i leoni in cacciatori di uomini.



In tempi preistorici, gli uomini furono probabilmente predati dai grandi felini, e anche dai leoni. Nel mondo moderno, gli attacchi di leoni nei confronti dell'uomo sono abbastanza rari,quasi impossibili, e in genere avvengono solo in casi particolari e da parte di leoni affamati. Sono stati tuttavia registrati alcuni casi storici di leoni che avevano sviluppato una evidente preferenza per la carne umana, per esempio il caso dei mangiatori di uomini dello Tsavo e del mangiatore di uomini di Mfuwe. Sono stati anche registrati casi di attacchi agli umani da parte di leoni in cattività.

Il leone non è innocuo per gli uomini;però molto più frequenti sono, per esempio, i casi di attacchi da parte di tigri (sia in natura che in cattività).



I leoni vivono generalmente in branchi stanziali, formati da femmine imparentate, dai loro cuccioli, e da un maschio adulto o una cosiddetta "coalizione" di maschi adulti (fino a 8-9). I maschi che raggiungono la maturità vengono scacciati dal branco, e in genere vagano alla ricerca di un altro branco in cui imporsi sconfiggendo il maschio o i maschi dominanti. Un maschio che non riesca a imporsi su un branco diventa solitamente nomade e vagabonda anche su grandi distanze, da solo o insieme ad altri maschi.



Nei branchi, vi è una ripartizione dei ruoli molto più marcata che in altre specie. Se da un lato l'attività della caccia è appannaggio quasi esclusivo delle femmine, i maschi hanno un ruolo ugualmente importante. Hanno infatti il compito di perlustrare il territorio, difendere le prede catturate e proteggere il branco, specialmente i cuccioli. Questo li espone costantemente a scontri diretti contro altri leoni, iene, leopardi e ghepardi, facendo dei leoni maschi dei combattenti perfetti, modellati dalla selezione naturale. I giovani maschi, con la criniera relativamente corta, sono discreti cacciatori, anche se non validi quanto le leonesse, mentre i maschi adulti partecipano occasionalmente a battute di caccia se la preda è un animale particolarmente vigoroso, come un bufalo o una giraffa (che possono arrivare alle due tonnellate di peso). Malgrado il peso elevato, il Leone è un animale eccezionalmente agile: può salire sugli alberi, nuotare, lanciarsi nel vuoto, correre con grande rapidità (quando è lanciato, raggiunge i 75 km/h su terreni pianeggianti e percorre cento metri in quattro secondi) e spiccare balzi incredibili, fino a dodici metri in lunghezza e tre in altezza. I leoni sono però poco resistenti sulle lunghe distanze e per questo motivo, il branco si muove per gran parte della caccia in modo furtivo, accerchiando lentamente la preda, mentre l'attacco viene sferrato solo quando la distanza da coprire è ridotta (30 m o meno).



La criniera sfavorisce il Leone maschio, rendendolo più visibile nella stagione secca. La preda viene in genere uccisa per strangolamento, con un morso al collo che non solo soffoca, ma sfonda anche la trachea dell'animale, impedendogli la fuga anche se dovesse liberarsi. I leoni possono anche soffocare "tappando" il naso delle prede col morso, o sfondare il cranio con i canini, se la preda é sufficientemente piccola, come nel caso delle zebre, proprio come fanno le tigri. Normalmente attaccano con gli artigli, proteggendo i denti da zoccoli o corna, per il colpo di grazia. La carcassa viene rapidamente portata in un luogo riparato, dove il branco può difenderla da predatori opportunisti come iene, sciacalli e avvoltoi. Al momento di nutrirsi, liti e zuffe all'interno del branco sono comuni, e servono in genere a confermare i rapporti gerarchici, con i maschi adulti che di solito mangiano per primi seguiti dalle femmine e infine dai cuccioli. In molti casi, il Leone maschio segue altri predatori come il Licaone e il Ghepardo e, dopo che questi hanno abbattuto la preda, interviene scacciandoli e impadronendosi delle spoglie.



I leoni non hanno una specifica stagione degli amori; piuttosto, le coppie hanno periodi di accoppiamento, in cui spesso le femmine si astengono dalla caccia per copulare dalle 20 alle 40 volte al giorno con i maschi della coalizione.La gestazione dura tra i cento e i centoventi giorni e la femmina partorisce una figliata composta di 1-4 piccoli, non necessariamente tutti concepiti con lo stesso padre. Le femmine di un branco sincronizzano i loro cicli riproduttivi, in modo da cooperare nell'allevamento e nell'allattamento dei giovani, che si nutrono indiscriminatamente da qualunque femmina. I cuccioli sono svezzati dopo 6-7 mesi. In natura, a causa della feroce competizione per il cibo, l'80% dei cuccioli muore entro i due anni di vita.Quando un nuovo maschio (o una coalizione) prende il comando di un branco scacciando il precedente padrone (o padroni), i conquistatori uccidono spesso ogni cucciolo di età inferiore ai due anni circa, poiché le femmine non tornano a essere fertili e disponibili finché hanno piccoli da curare. Qualche volta una femmina cerca di difendere i propri piccoli dal nuovo maschio dominante, in genere invano.



I leoni maschi raggiungono la maturità a circa 3 anni di età e sono in grado di prendere il comando di un altro branco a 4-5 anni. Cominciano a invecchiare (e a indebolirsi) a 8 anni circa. Pertanto, un maschio ha a disposizione un tempo relativamente breve per imporsi su un branco e crearsi una propria discendenza.
I leoni si riproducono molto facilmente anche in cattività.



Le osservazioni hanno dimostrato che sia i maschi che le femmine possono avere rapporti omosessuali[10][11]. In natura, circa l'8% delle monte coinvolge due maschi. Questo comportamento viene spesso interpretato come una manifestazione di status sociale e di rapporto gerarchico, osservabile anche nei primati[12]. Comportamenti omosessuali fra femmine sono invece osservabili soprattutto in cattività.



Come molti altri mammiferi sociali, i leoni esibiscono un ampio spettro di comportamenti che comunicano affetto. Nei branchi di leoni a riposo è comune osservare femmine che si puliscono a vicenda il manto, cuccioli che giocano fra loro o cercando di coinvolgere gli adulti, e così via. In condizioni particolari, i leoni possono stabilire legami affettivi con individui di altre specie, incluso l'uomo. Un episodio particolarmente insolito, verificatosi in Kenya nel 2005, coinvolse una leonessa che adottò alcuni piccoli di orice (una specie normalmente predata dai leoni), allevandoli e proteggendoli anche dagli attacchi dei propri simili[13]. Una vicenda molto nota di relazione affettiva fra uomo e leone è quello narrato da Joy Adamson nel romanzo autobiografico Nata libera.



Oggi, la maggior parte dei leoni vive nelle riserve naturali dell'Africa subsahariana. Una popolazione di poche centinaia di leoni asiatici sopravvive nella Parco nazionale del Sasan-Gir (1412 km2), nello stato dei Gujarat (India). Al fine di proteggere questa minuscola popolazione da epidemie e altri rischi ambientali, è in corso un programma di reintroduzione del leone asiatico anche nel Palpur-Kuno Wildlife Sanctuary, una riserva naturale nel vicino stato del Madhya Pradesh.

Il numero complessivo dei leoni in natura viene oggi stimato tra i 16.000 e i 30.000 esemplari. Questi numeri evidenziano un calo drammatico dagli anni '90, quando la popolazione di leoni veniva calcolata intorno ai 100.000 esemplari. Le popolazioni rimanenti sono spesso isolate geograficamente dalle altre, cosa che aumenta ulteriormente le difficoltà di conservazione della specie.



Leoni bianchi

Sebbene siano rari, leoni bianchi si incontrano occasionalmente a Timbavati, in Sudafrica. Il loro insolito colore è dovuto a un gene recessivo. Un leone bianco ha degli svantaggi quando va a caccia: la sua presenza può essere tradita dal suo colore, diversamente dal leone normale che si fonde perfettamente con l'ambiente circostante. I leoni bianchi nascono quasi del tutto bianchi, senza le normali macchie di camuffamento che si trovano nei cuccioli di leone. Il loro colore si scurisce gradualmente fino a diventare crema o color avorio (colore noto con il nome di biondo)







[SM=g7348] [SM=g8570] [SM=g8916] [SM=g11474]

da Wikipedia l'enciclopedia libera [SM=g28002]