«Il suo cadavere scoperto addirittura nel 1996, monsignor Agostino Superbo spieghi i silenzi»
POTENZA - «Non faccio nessuna crociata contro la Chiesa di Dio, ma alcuni uomini di Chiesa devono spiegare il perché di tanti silenzi e tante mezze verità sul ritrovamento del cadavere di mia sorella». È duro Gildo Claps, fratello di Elisa, la ragazza scomparsa il 12 settembre del 1993, davanti alla chiesa della Trinità (dove il cadavere della giovane è stato ritrovato lo scorso 17 marzo), durante la manifestazione organizzata in occasione dell’anniversario dell’omicidio. Claps, in particolare, si è rivolto al vescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo, chiedendo di rivelare «qual è il segreto da custodire così gelosamente tanto da fornire agli investigatori versioni sul ritrovamento che contraddicono palesemente con i fatti e le certezze». Il fratello maggiore di Elisa ha fatto quindi riferimento ai lavori svolti nel 1996 nel sottotetto della chiesa della Trinità: «Abbiamo certezza che in quel periodo alcuni lavori sono stati effettuati proprio in corrispondenza del corpo di Elisa, è ridicolo pensare che nessuno abbia mai visto niente».
«LA VERITÀ È UN DOVERE CIVILE DI CORAGGIO» - Se dal punto di vista delle indagini sull’omicidio «i tasselli del mosaico sono a posto» in quanto tutto porterebbe ad individuare in Danilo Restivo l’assassino di Elisa, ci sono, secondo Gildo Claps, «responsabilità precise sul primo ritrovamento a cui bisogna dar conto». Il fratello maggiore di Elisa ha infine fatto un appello a chi «per viltà, ignavia o sudditanza al potere, non ha parlato pur sapendo. La verità - ha aggiunto - deve venire fuori, è un dovere civile di coraggio - ha concluso - verso una città intera che ha il diritto di sapere».
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